sabato 17 novembre 2012

Personale tagliato

cito:


Quando la crisi arriva in azienda uno dei primi interventi che viene di solito praticato è l’ intervento rivolto alla rimodulazione della voce costo del lavoro.
Vorrei sottolineare che a mio giudizio spesse volte, secondo la mia esperienza ,questo intervento è fatto da addetti ai lavori in assenza di una visione complessiva dei problemi comunque e spesso senza una logica e quasi sempre in assenza di un vero piano industriale atto  a capire sino a che punto occorra spingersi nel ridurre costo e forza lavoro .
Le  leve dell’ intervento sono purtroppo quasi sempre le stesse  e  pochissime volte mi è accaduto di assistere a ristrutturazioni aziendali in cui non venissero toccate le solite leve.
Salario, gestione delle crisi aziendali, diritti sindacali e orario di lavoro con annessa flessibilità: sono, nell'ordine, le materie in testa nella graduatoria delle trattative.
Il primo rapporto sulla Contrattazione di secondo livello realizzato e presentato dalla Cisl, sulla base degli accordi raccolti dal suo Osservatorio della contrattazione di secondo livello (Ocsel), dal 2009 in poi  conferma purtroppo questa  tendenza a  voler cercare le soluzioni sempre nei soliti ambiti m,a vi e qualche elemento positivo che bisogna cogliere nel rapporto   .
Per quanto riguarda il salario, l'analisi evidenzia che le voci fisse sono al 54%, quelle a carattere incentivante e variabile al 69%; in quest'ultimo caso sono i premi di risultato (95%) ad essere i più
frequenti, legati soprattutto alla produttività globale dell'azienda, ma trovano posto anche quelli legati al margine operativo lordo o altre formule relativamente innovative.
In questo ultimo dato  vedo con piacere  che qualcuno sta diventando preciso nel rendere partecipe le forze  lavoro , i dipendeti i quadri e i dirigenti di piani industrilai piu maturi e consapevolmente dettagliati.
Nella gestione delle crisi è la cassa integrazione guadagni la voce più contrattata (68%), seguita dalle sospensioni temporanee di attività (26%), dal ricorso alla mobilità (17%) e dalla riduzione di organici (9%). Molto basso, invece, il ricorso ai contratti di solidarietà (7%)
Questo è un elemento negativo  perche la cassa integrazione e unata ed abusta come strumento di assistenza sociale ed aziendale ed estata snaturata .Cio ci fa comprendere la immaturità  generalizzata della  gestione delle risorse umane e quanto della  socluzione della crisi dipenda dallo stato.. della siamo molto, direi  troppo,  legati all’ assistenzialismo che presto finirà .

In generale, ad oggi sono 2.360 gli accordi fatti pervenire all'Ocsel della Cisl, stipulati dal 2009 in poi, che interessano 619.735 lavoratori collocati in 1.451 aziende con una dimensione minima di 10 occupati. Si tratta per lo più di accordi stipulati a livello aziendale (circa 2.032) e firmati unitariamente, ad eccezione di 290 accordi non firmati dalla Cgil.  ( anche qui bisognerebbe capire  il perchè e mi piacerebbe  avere qualche intervento sul blog )
Non mancano casi di accordi in deroga (5%) e le materie derogate riguardano in percentuale maggiore l'organizzazione del lavoro (64%), a seguire l'orario di lavoro (63%) e il salario (55%); l'inquadramento è al 12%.

Analizzando i dati per settore emerge che la maggior parte degli accordi presenti nel data base fa capo a quelli stipulati nel settore metalmeccanico (20%), seguiti dall'Amministrazione pubblica (11,2%), dal settore tessile (10,9%), chimico (10,3%), dell'edilizia (9,5%) e del commercio (7,8%); a seguire gli altri.
Uno  spaccato interessante e molto reale della attuale situazione in cui versa l’ economia e la societa’.

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