sabato 17 novembre 2012

Farmacologi od erboristi?


cito:

La notizia mi ha fatto riflettere .
Ve la sintetizzo i lavoratori in cassa integrazione della azienda Sigma Tau  si sono schierati contro i rappresentanti sindacali interni all'azienda. E' questo il quadro a margine della vertenza che vede centinaia di dipendenti della Sigma Tau rischiare il posto, dopo la presentazione del piano industriale da parte della società farmaceutica di Pomezia a fine ottobre.

La rottura definitiva è di questi giorni: l'8 novembre il "Comitato per la tutela della rete Ims Sigma-Tau", che riunisce quasi tutti i dipendenti in cassa integrazione ha inviato una diffida alla Sigma Tau ed alla Rsu aziendale, oltre che alle segreterie nazionali di tutti i sindacati di categoria ed al Ministero del Lavoro ed all'Unione Industriali, attraverso la quale si contesta l'illegittimità della rappresentanza sindacale, in quanto "decaduta da tre anni e non rieletta come da norme vigenti".

"Il Comitato" si legge in un comunicato "raccoglie 210 informatori medico-scientifici, ricercatori e lavoratori  amministrativi dei 569 per i quali il 18 gennaio scorso dalla Sigma-Tau di Pomezia è stata aperta la procedura di cassa integrazione straordinaria a zero ore e senza rotazione, sulla base di una "improvvisa ed imprevista" crisi economica e finanziaria. Ben dieci mesi dopo l'invio delle prime lettere di Cigs, la Sigma-Tau ha recentemente e finalmente presentato alle organizzazioni sindacali e alla Rsu, durante un incontro in Unindustria, un fantomatico piano industriale, in cui ha chiesto l'apertura di una procedura di esubero per altri 146 lavoratori, a fronte di un investimento di 125 milioni di euro nei prossimi tre anni nei settori strategici per l'azienda. Di questi lavoratori, la maggior parte, circa 83, è localizzata nell'area Ricerca e Sviluppo, settore sicuramente strategico, ma già pesantemente colpito  dalle precedenti ristrutturazioni azinedali. Ora  il problema che mi pongo è questo come è possibile che non ci siano delle relazioni industriali serie in questo amato Paese.
Mi domando  ma come si può gestire una anarchia di questo genere ?. Chi rappresenta chi ?
Vorrei specificare che quando ristrutturo le aziende  preferisco comunicare ,con il permesso delle organizzazioni sindacali e  delle rappresentanze sindacali , con tutti i singoli lavoratori .
Non è facile instaurare la prima chiacchierata  serena in simili situazioni ma chi mi concosce sa che con un pò di buona volontà e qualche necessario battibecco iniziale ,magari anche un po colorito ,con un po di buona volontà si iniziano a snocciolare insieme ai lavoratori  problemi , numeri e possibi soluzioni.
Ma  come fare in una situazione del genere in cui l' egoismo primeggia?
La crisi  è condivisione di problemi e  soluzioni e  non deve creare egosimo , non siamo belve...siamo uomini...
Quardate non  credo che i sindacati  siano molto utili in queste situazioni perchè , e spero che qualcuno mi dimostri il contrario , nella mia esperienza non sono in grado di affiancare realmente un risanamento aziendale coinvolgendosi e coinvolgendo.
 Questo  e un limite che portera furori dalla storia i sindacati incapaci di creare condivisione e coesione .
Mi sono reso conto che anche li, purtroppo per chi ci crede ancora , devo affermarlo con un po di amarezza ,vige la legge della poltrona..
Mi ricordo  stasera che sono unpo stanco e molto amareggiato, un caso di crisi di una azienda vicino a Torino
Il fatto  e di 3  anni fa ..
Bella  azienda  storica  italiana, con un prodotto maturo , macchinari obsoleti... etc etce.. una storia di abbandono industriale dovuta alla malattia del suo fondatore  alla dissennata gestione dei suoi "managers ". Si deve fallire per trovare un compratore... ma non bisogna spegnere  gli impanti e  occorre produrre con tutte le  maestranze incazzate a ragione... Dopo aver spiegato ai lavorator i che occorreva morire per rinascere e che dovevamo morire con il cuore pulsante ( senza fermare le macchine )  che perche non riuscivo a convincere nessuno a salvare la società senza il fallimento della stessa,  ho  giocato la  mia carta con i lavoratori e i buoni managers  rimasti..
 Abbiamo di comune accordo occupato la fabbrica , io  ho favorito l' occupazione bruciando la cassa aziendale per i viveri e le bevande per il presidio , loro i veri eroi di questa vicenda i lavoratori ..  ci hanno messo il resto e anche i loro bambini  erano li... di fronte alla fabbrica. ( pensare  che da ragazzo al liceo frisi  di monza sfondavo i picchetti sia dei rossi  che dei neri  per il dispiacere dei mie insegnati che dovevano farmi lezione ... come è la vita !! io  favorire una occupazione e un auato gestione !!!)
Abbiamo deciso di continuare  in  autogestione  la produzione , e siamo andati davanti al tribunale di Saluzzo a presidiare e protestare...per far lavorare il trinunale ad agosto..
 Beh  l' abbiamo  fatto senza i sindacalisti.. non perche non  li avavemo convocati , ma perche che erano partiti tutti per le vacanze  ( eravamo nella  seconda settimana diagosto ,  stava per iniziare la sagra del peperone -.--- che buoni i peperoni...  ). 
Quando i sindacalisti rientrati dalle ferie perche sollecitati sono arrivati al presidio si sono incazzati con me.  ???O?? 
Sulle prime mi venne voglia  di incazzarmi poi capii che  forse non era il caso.. ( forse i capelli bianchi servono a capire ?) 
Come da prevsione  siamo  falliti...prima di ferragosto e dell' inizio della sagra del peperone   ma l' azienda vive ancora oggi  e i miei amici sono alla  terza sagra  del peperone...  ...
Volevo dire qualcosa di molto importante  qualche membro della rsu mi ha sorpreso per la sua tenacia verace e viva .
Di  notte  di nascosto  da me , senza il mio permesso di liquidatore , furtivamente si era introdotta in fabbrica .. doveva essere li a dormire e presidiare i macchinari e invece... .. l' ho sorpreso a lavorare alle macchine  anziche stare al presidio  erano le 11 .. di sera ...siamo andati via   di li come amici alla 1 di notte...
Io  non ero il proietario di quella fabbrica, lui non aveva preso gli ultimi 3 stipendi ed eravamo li come due bambini...a credere
Non mi riordo il suo nome .. ma  era un  ragazzo  del sud con poco accento torinese...  mi piacerebbe incontrare gente cosi  nei sindacati  sarebbe tutto  piu facile... forse è veramente  ora di cambiare. e di ribbellarsi al sistema delle poltrone e recuperare il valore delle relazioni umane prima  e industriali poi ... coraggio a tutti e buona volonta' anche nei momenti difficili.

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