Essere un buon giudice

Per essere un buon giudice bisogna innanzitutto conoscere ciò che è bene e ciò che è male.


Possiamo  parlare del bene che è in noi, ma non del male. 

Infatti, il cattivo non è che il buono torturato dalla fame e dalla sete.


In verità, quando il buono è affamato cerca cibo anche in una caverna buia e quando è assetato beve anche acqua morta.

Siamo buoni quando siamo in armonia con noi stessi. 


Tuttavia, quando non siamo una sola cosa con noi stessi, non siamo cattivi.

Una casa divisa non è un covo di ladri, è semplicemente una casa divisa.
E una nave senza timone può errare senza meta tra isole pericolose senza fare naufragio. 

Siamo buoni nello sforzo di donare noi stessi, tuttavia non siamo cattivi quando perseguiamo il nostro vantaggio. 


Quando cerchiamo di ottenere, non siamo che una radice avvinghiata alla terra per succhiarne il nutrimento. 


Certo, il frutto non può dire alla radice: "Sii come me, maturo e pieno e sempre generoso della tua abbondanza". 



Poiché come il frutto ha bisogno di dare, così la radice ha bisogno di ricevere.

Siamo buoni quando la nostra parola è pienamente consapevole. 


Tuttavia non siamo cattivi quando nel sonno la vostra lingua vaneggia.

E anche un discorso confuso può rafforzare una debole lingua.
Siamo buoni quando procediamo verso la meta, decisi e con passo sicuro.
Tuttavia non siamo cattivi quando vaghiamo qua e là zoppicando. 

Anche chi zoppica procede in avanti. 


Ma chi è agile e forte, non zoppichi davanti allo zoppo stimandosi cortese.

Noi siamo buoni in molteplici modi e non siamo cattivi quando non siamo buoni.

Siamo soltanto pigri e indolenti.
Purtroppo il cervo non può insegnare alla tartaruga ad essere veloce.

Nel desiderio del gigante che è in noi risiede la nostra bontà, e questo è un desiderio di tutti.

In alcuni è un torrente che scorre impetuoso verso il mare, trascinando con sé i segreti delle colline e il canto delle foreste.
In altri è una corrente placida che si perde in declivi e indugia prima di raggiungere la sponda.
Ma chi desidera molto non dica a chi desidera poco: "Perché esiti e indugi?". 
Poiché, in verità, chi è buono non chiede a chi è nudo: "Dov'è il tuo vestito?", né a chi è senza tetto: "Cos'è accaduto alla tua casa?". 


Tratto da GKG il profeta e rivisto da E.F.

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