Quando si ha veramente colpa?
E' quando lo spirito vaga nel vento,
Che soli e incauti commettiamo una colpa verso gli altri e quindi verso noi stessi.
E per questa colpa commessa dovremo bussare e, inascoltati, attendere a lungo alla porta della popolarità.
La nostra essenza divina è come l'oceano:
resta incontaminata per sempre.
E come nell'etere, in essa si muovono soltanto gli esseri alati.
La nostra essenza divina è come il sole;
Ignora le gallerie della talpa e non cerca le tane del serpente.
Ma in noi non dimora soltanto l'essenza divina.
Molto è tuttora umano in noi, e molto in noi non è ancora umano,
ma è un pigmeo informe che cammina addormentato cercando nelle brume il proprio risveglio.
Poiché né la nostra essenza divina, né il pigmeo nelle brume, ma solo l'uomo conosce la colpa e il castigo, in noi esiste anche quest'uomo.
Spesso diciamo che chi sbaglia che non è uno di noi, ma un intruso estraneo al nostro mondo.
Ma così come il santo e il giusto non possono innalzarsi al di sopra di quanto vi è di più alto in noi,
così il malvagio e il debole non possono cadere più in basso di quanto vi è di più infimo in noi.
E come la singola foglia non ingiallisce senza che la pianta tutta ne sia complice muta,
così il malvagio non potrà nuocere senza il consenso tacito di noi tutti.
Avanziamo insieme, come in processione, verso la vostra essenza divina.
Noi siamo la via e i viandanti.
E quando uno di noi cade, cade per quelli che lo seguono giacché li mette in guardia contro l'ostacolo.
Ma cade anche per quelli che lo precedono i quali, benché più celeri e sicuri nel loro passo non rimossero l'ostacolo.
E nonostante questa parola ci pesi sul cuore, sappiamo che:
1 - L'assassinato è sempre responsabile del proprio assassinio,
2 - Il derubato non è mai senza colpa del furto subito.
3 - Il giusto non è innocente delle azioni del malvagio.
4 - Chi ha le mani pulite non è immune dalle imprese dell'criminale.
Sì, il colpevole è spesso vittima di chi ha offeso.
E ancora più spesso il condannato regge il fardello di chi è senza biasimo e colpa.
Noi non possiamo separare il giusto dall'ingiusto o il buono dal cattivo,
poiché essi stanno uniti al cospetto del sole come insieme sono tessuti il filo bianco e il filo nero.
E se il filo nero si spezza, il tessitore rivedrà da cima a fondo tela e telaio.
Se qualcuno di noi volesse portare in giudizio una moglie infedele,
Soppesi anche il cuore del marito e ne misuri l'anima.
Chi volesse frustare l'offensore scruti nello spirito dell'offeso.
Se qualcuno di noi, in nome della giustizia, volesse punire con la scure l'albero guasto, ne esamini le radici.
E scoprirà radici del bene e del male, feconde e sterili, tutte insieme intrecciate nel cuore silenzioso della terra.
E i giudici, che pretendono essere giusti,
Che giudizio pronunceranno su chi, benché onesto nella carne, in spirito è ladro?
Che pena infliggeranno a chi uccide nella carne, ma in spirito è lui stesso ucciso?
E come perseguiranno chi nei fatti inganna e opprime,
ma è lui stesso afflitto e oltraggiato?
E come puniranno quelli il cui rimorso è più grande del loro misfatto?
Il rimorso non è forse la giustizia retta da quella vera legge che servirebbero di buon grado ?
Ma non potranno imporre il rimorso all'innocente, né strapparlo dal cuore del colpevole.
Inaspettato, esso chiamerà nella notte affinché l'uomo si svegli e scruti dentro di sé.
E come potranno capire la giustizia, se non esamineranno ogni fatto in piena luce ?
Solo così sapranno che il caduto e l'eretto sono un solo uomo che sta nel crepuscolo, sospeso tra la notte della sua essenza non ancora umana e il giorno della sua essenza divina.
La pietra angolare del tempio non è più alta della pietra più bassa delle sue fondamenta.
I giudici non possono giudicare, possono solo comprendere.
Tratto da GKG IL PROFETA E rivisto da E.F.
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